HELLOWEEN Pumpkins Fly Free
HELLOWEEN Pumpkins Fly Free
Massimo Longoni
Hanno stabilito i canoni del power metal, merito di una ricetta originale capace di coniugare velocità e potenza a grande melodia e testi ricchi di ironia e positività. E hanno vissuto più di trentacinque anni di storia, tra vertiginose ascese, rovinose cadute e insperate resurrezioni.
Sono gli Helloween, le “zucche” del metal, fondati ad Amburgo all’inizio degli anni Ottanta da Kai Hansen e Ingo Schwichtenberg e balzati al successo planetario con l’arrivo di Michael Kiske alla voce e la pubblicazione di due album consecutivi, Keeper of the Seven Keys Part 1 e Part 2, considerati all’unanimità delle vere pietre miliari del genere.
Indicati da più parti come gli eredi designati degli Iron Maiden al trono del metal, si sono presto trovati con un grande futuro alle spalle dovendo fronteggiare cambi di line-up traumatici, lutti dolorosi e pesantissimi flop. Una crisi superata a metà anni Novanta grazie all’arrivo del cantante Andi Deris e alla costanza del chitarrista Michael Weikath, personaggio unico, tanto amato quanto odiato e da molti visto come un lunatico padre-padrone del gruppo.
Mentre attorno a loro decine di band trovavano il successo copiando la loro ricetta e l’ex Kai Hansen portava avanti il vessillo del power con i suoi Gamma Ray, gli Helloween risalivano la china sfidando accuse di tradimento al metal e di poca credibilità, sfornando un disco dopo l’altro, sempre fedeli alla loro filosofia.
Una lunga cavalcata culminata nella trionfale reunion del 2016 che ha ripagato gli Helloween di tutte le difficoltà affrontate in passato, portandoli in giro per il mondo per quasi due anni in arene e stadi pieni, aprendo l’ennesimo nuovo capitolo in una delle storie più interessanti e travagliate del metal. Una storia che viene qui raccontata per la prima volta in maniera approfondita dall’inizio ai giorni nostri, arricchita dall’analisi di tutti i dischi pubblicati.